Poderi della bonifica

Da chiusiaperta.
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Durante la bonifica fondiaria del 1950 alcune parti del territorio comunale hanno subito una trasformazione forzata generando alcune tipologie paesaggistiche artificiali. Queste hanno bisogno di particolari cure completamente diverse rispetto al resto degli elementi paesaggistici significativi del comune.


Nell’area del bacino dell’Albegna (vedi la riforma fondiaria nella area scansanese) e dell’Ombrone parte sud e nord del territorio comunale sono presenti numerosi poderi (vedi sequenza fotografica poderi) derivanti dalla bonifica della riforma fondiaria del 1950 Ente Maremma (vedi la riforma fondiaria) . Qui quindi si sviluppa un territorio completamente atipico per la zona in quanto la bonifica genera per motivi legati al rapporto tra produttività e ordinamento colturale una omogeneità di paesaggio costruita con forza ma non sedimentata nè derivante da modelli precedenti di appropriazione delle risorse (vedi il paesaggio e la riforma). Oggigiorno gestori del opere della bonifica sono i 2 consorzi dell'area consorzio Osa-Albegna e consorzio di bonifica grossetana ([1]) . Questi 2 enti hanno il compito di gestire e mantenere efficienti le opere di bonifica ed evitare così un nuovo impaludamento. Negli ultimi anni molti di questi poderi hanno subito delle ristrutturazioni. queste ristrutturazioni si sono dovute confrontare con il problema di dover definire una nuova destinazione d'uso dei piani terra di questi edifici. Infatti originariamente i piani terra erano adibiti a stalle degli animali ma oggi non c'è più la necessità di avere chi ancora gli ha gli animali così vicini e si tende a trasformare questi ampi spazi in nuove stanze abitabili e talvolta questa trasformazione provoca uno snaturamento dell'edificio dal punto di vista delle caratteristiche strutturali. Data l'impossibilità di frenare tali trasformazioni si necessità la normazione lasciando a pochi edifici il compito di essere la memoria storica dei luoghi.


Mantenimento di tali strutture produttive e cura del paesaggio. conseguente disincentivo alla creazione di agglomerati urbani e quindi perdita della visione dei casolari vicini ma comunque separati e distaccati l'un l'altro.

Normazione delle trasformazioni e delle ristrutturazioni possibili.


corsi d'acqua primari Ombrone

corsi d'acqua primari Albegna

borgo di servizi

colore dell'edificato storico


La riforma fondiaria

- Finodi Armando, La riforma fondiaria degli anni cinquanta e la frammentazione del latifondo, pubblicazione on-line

Per capire cosa sia stata la riforma fondiaria e l'ente maremma si rimanda ad un saggio di Armando Finodi - La riforma fondiaria degli anni cinquanta e la frammentazione del latifondo (vedi File:Saggio arnaldo finodi.pdf). Il suddetto saggio ripercorre la riforma fondiaria dalla legge che ne stabiliva i contenuti L. 50 conosciuta come legge stralcio alle caratteristiche sia economiche sia fisico-geografiche della riforma. da questo si evince come i beneficiari dei terreni espropriati ai latifondisti fossero stati sorteggiati e che dovessero risarcire quest'ultimi a prezzo di mercato pagato in 30 anni con tasso al 1 .

Il paesaggio e la riforma

- Barberis Vittorio e Dell'angelo Giangiacomo a cura di, Italia rurale, Laterza, 1998

Dal punto di vista paesaggistico si può notare come i casali fossero stati costruiti al confine del podere lungo la strada interpoderale al fine di stimolare l'insorgere di uno spirito di comunità ed evitare così l'isolamento. Il brano Bonifica e riforma fondiaria evidenzia come questo evento storico ha modificato il paesaggio dell'agro romano; vengono così evidenziate le caratteristiche che il paesaggio assume alla fine di tale processo di trasformazione dei terreni (vedi File:Italia rurale - bonifica e riforma fondiaria.pdf).

La riforma fondiaria nella area scansanese

- Detti Fabio, La valle d'Albegna - Formazione ed evoluzione dei paesaggi storici, a cura del comune di Manciano e dell'amministrazione provinciale di Grosseto, 1998

- comune di Manciano, Relazione - quadro conoscitivo, ottobre, 2008

Il testo valle d'Albegna descrive le due fasi della bonifica maremmana quella che va dal 1883 al 1906 (vedi File:Valle d'albegna - prima bonifica.pdf) e quella fascista (vedi File:Valle d'albegna - bonifica fascista.pdf). Entrambe le descrizioni sono riferite all'area sud del corso del fiume Albegna ma sono facilmente riportabili anche all'area riferita da questo pattern. In entrambi i brani vengono indicate le caratteristiche che la bonifica aveva nelle due fasi e vengono indicate le attività che vi si svolgevano. Analogamente al territorio di scansano anche in quello di Manciano si è sviluppata nel tempo la riforma fondiaria. Il piano strutturale analizza tale fenomeno. Tale analisi (vedi File:Tavola 8a manciano.jpg) può essere valevole anche per il caso scansanese (vedi File:Relazione manciano.pdf) .

Regolamenti del consorzio di bonifica grossetana

- consorzio di bonifica grossetana, Regolamento per la distribuzione dell'acqua di irrigazione e la gestione dell'impianto irriguo consorziale

Il regolamento (vedi File:Regolamento per la distribuzione dell'acqua.pdf) norma la distribuzione delle acque per quanto riguarda l'impianto di irrigazione con deviazione dal fiume Ombrone all'altezza della Steccaia di Poggio Cavallo. Si compone di 14 articoli che individuano le norme gestionali dell'impianto le quantità massime per ogni campo in base alle superficie e alle coltivazioni e i turni di irrigazione. Inoltre sono normate anche le sanzioni da applicarsi in casi di inadempienza di tale regolamento.

Il territorio di Scansano nel PTC

- provincia di Grosseto, Piano territoriale di coordinamento, aprile 2009

Il nuovo piano territoriale di coordinamento della provincia di Grosseto adottato nel aprile 2009 redige per la zona di Scansano 3 schede di sintesi descrittiva eu800 progettuale le schede relative alle u.m.t. unità morfologiche territoriali r8u800u82e1u800 le colline diu800 Scansano r8u800u82e2u800 crinali di Murci e Poggio Ferro e r10u800u82e1u800 alta valle dell’Albegna (vedi File:Schede ptc.pdf).


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