Differenze tra le versioni di "Realizzazione di una linea del tutto alternativa al percorso attuale"

Da chiusiaperta.
(Contributo di Renato Casaioli)
(Nessuna differenza)

Versione delle 11:01, 10 giu 2023

Se si fosse realizzato il collegamento diretto Perugia Chiusi, come auspicato da Perugia subito dopo l’unità d’Italia, oggi sicuramente non ci troveremmo a vivere con l’affanno causato dal constatare che la stazione di Chiusi, è costantemente messa in discussione come nodo centrale di questa vasta parte di territorio interregionale del Centro Italia. Purtroppo quel progetto che nel corso dei decenni, come un fiume carsico è di tanto i tanto riaffiorato, non è stato mai realizzato. E questo non perché non fosse una soluzione razionale alla fuoriuscita di Perugia dal suo isolamento storico, anzi. Ma perché questa risoluzione andava a mettere in discussione la centralità che alcuni territori come il folignate assisiano, erano andati conquistando con la costruzione della linea Terontola Foligno, quando ancora l’Umbria era sotto lo Stato Pontificio. Quel progetto della Perugia Chiusi, in verità molto tempo dopo fu realizzato per oltre la metà del suo percorso: Perugia Tavernelle di appena 21 chilometri. Ancora altri 10 chilometri e si sarebbe saldata alla stazione di Chiusi. Nel 1965, le autorità del tempo, preferirono smantellare i 21 chilometri già perfettamente funzionanti, che realizzare gli altri 10.

Il progetto intero del tracciato ferroviario era già stato interamente approvato dalle FS e dal governo nei primi anni 50. Correva l’anno 1953, quando ci fu l’inaugurazione di quel primo tratto ferroviario con la partecipazione di ministri e sottosegretari, parlamentari di tutti i partiti. A seguire i Prefetti delle due Provincie, i presidenti delle Camere di Commercio di Perugia e Siena, i dirigenti delle FS, e del Ministero dei Lavori Pubblici, il vescovo di Perugia, il sottosegretario senatore e partigiano Vischia, accompagnato da altri due Senatori Cingolani e Pasquini, i sindaci di tutti i comuni di quella che oggi chiamiamo area vasta interregionale, ma che a quel tempo veniva indicata come “Val Chiusina”.

Una grande partecipazione di popolo lungo tutto il tragitto aveva festeggiato quella giornata, bande musicali in tutte le stazioni lungo il tragitto, tantissimi i partecipanti che ostentavano un cartello: “Ora a Chiusi, ora a Chiusi”. Lo slogan veniva gridato anche dai due Presidenti delle camere di commercio. Quel programma verrà ripreso negli anni 80 dalla stessa Regione Toscana.

Ora al Governo nazionale e Regionale umbro, c’è la Destra, Destra, con Salvini che ha lasciato intendere chiaramente che a lui Chiusi piace poco e l’Assessore alle infrastrutture umbro Melasecche, che non vuol sentire nemmeno nominare la parola Chiusi. Pensare che dietro a tutto questo ostracismo, ci sia un disegno politico, lo ritengo legittimo. Resta il fatto che ancora oggi i passeggeri che da Perugia vogliono andare a Roma, devono percorrere ben 120 chilometri della tratta Perugia, Foligno, Terni, Orte. Per andare invece a Milano, devono percorrere ben 85 chilometri prima di poter salire sulla linea dell’Alta Velocità. Ecco io sono sempre più convinto che se vogliamo ridare una centralità alla stazione FS di Chiusi, dobbiamo riprendere quel progetto e si debba portare a termine l’area del Centro Intermodale Merci, così come bisognerà ammodernare la linea Chiusi Siena, che farebbe intercettare a Chiusi e a Perugia tutto il flusso turistico.