Differenze tra le versioni di "Stazione Trasporto ferroviario Firenze Roma"
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Negli ultimi anni molto si è discusso del"furto" della direttissima alle aree di che gravitano intorno ai quattro nodi attuali corrispondentoi alle 5 interconnessioni: Valdarno, Arezzo, Chiusi, Orvieto e Orte. Si è dibattuto in relazione alla differenza di alimentazione fra la linea direttissima e linea storica (detta anche lenta). L'altro tema è quella della differenza dei sistemi di segnalamento fra le due linee. Com questi due elementi si cerca di giustificare la disconnessione. Recentemente si è sollevato il tema della saturazione della direttissima da parte dei treni ad alta velocità sia di Trenitalia che di Italo. | Negli ultimi anni molto si è discusso del"furto" della direttissima alle aree di che gravitano intorno ai quattro nodi attuali corrispondentoi alle 5 interconnessioni: Valdarno, Arezzo, Chiusi, Orvieto e Orte. Si è dibattuto in relazione alla differenza di alimentazione fra la linea direttissima e linea storica (detta anche lenta). L'altro tema è quella della differenza dei sistemi di segnalamento fra le due linee. Com questi due elementi si cerca di giustificare la disconnessione. Recentemente si è sollevato il tema della saturazione della direttissima da parte dei treni ad alta velocità sia di Trenitalia che di Italo. | ||
+ | Per affrontare con un po' di ordine ilproblema della stazione di Chiusi occorre partire dal concetto di coesione territoriale e di aree interne. Quello di coesione territoriale è un processo che tende a ridurre le differenze fra le aree metropolitane e urbane e quelle delle cosidddette "aree interne" periferiche e co minori opportunità (sviluppo, occupazione, formazione, ecc.). Per Chiusi si assiste invece a un fenomeno in controtendenza, causata in gran parte dalla progressiva disconnessione dalla linea direttissima. | ||
+ | Tale disconnessione è ormai conclamata nei fatti, ma data ormai certa anche nel dibattito (vedi articolo su ferrovie. info). | ||
+ | Il problema del trasporto ferroviario da e per Chiusi non riguarda soltanto la direttissima ma anche la cosiddetta linea storica e del mancato sfruttamento delle sue potenzialità. | ||
+ | Abbiamo dunque affrontato se pur in maniera veloce l'intero quadro che trattiamo per aree di decisione (problemi) e opzioni e cioè le possibili azioni alternative per afrrontarli. Si considera coe opzione anche l'assenza di azione, la conferma della situazione attuale. | ||
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Versione delle 18:21, 27 ott 2018
DESCRIZIONE DEL PROBLEMA
Negli ultimi anni molto si è discusso del"furto" della direttissima alle aree di che gravitano intorno ai quattro nodi attuali corrispondentoi alle 5 interconnessioni: Valdarno, Arezzo, Chiusi, Orvieto e Orte. Si è dibattuto in relazione alla differenza di alimentazione fra la linea direttissima e linea storica (detta anche lenta). L'altro tema è quella della differenza dei sistemi di segnalamento fra le due linee. Com questi due elementi si cerca di giustificare la disconnessione. Recentemente si è sollevato il tema della saturazione della direttissima da parte dei treni ad alta velocità sia di Trenitalia che di Italo. Per affrontare con un po' di ordine ilproblema della stazione di Chiusi occorre partire dal concetto di coesione territoriale e di aree interne. Quello di coesione territoriale è un processo che tende a ridurre le differenze fra le aree metropolitane e urbane e quelle delle cosidddette "aree interne" periferiche e co minori opportunità (sviluppo, occupazione, formazione, ecc.). Per Chiusi si assiste invece a un fenomeno in controtendenza, causata in gran parte dalla progressiva disconnessione dalla linea direttissima. Tale disconnessione è ormai conclamata nei fatti, ma data ormai certa anche nel dibattito (vedi articolo su ferrovie. info). Il problema del trasporto ferroviario da e per Chiusi non riguarda soltanto la direttissima ma anche la cosiddetta linea storica e del mancato sfruttamento delle sue potenzialità. Abbiamo dunque affrontato se pur in maniera veloce l'intero quadro che trattiamo per aree di decisione (problemi) e opzioni e cioè le possibili azioni alternative per afrrontarli. Si considera coe opzione anche l'assenza di azione, la conferma della situazione attuale.
OPZIONI
1. Situazione attuale.
Non è così probabile per i motivi sopraccennati.
2. Obiettivo minimo: l'utilizzo in direttissima da Orte a Settebagni e da Figline a Rovezzano.
Per tale opzione occorrerebbe creare che per queste due tratte la doppia rimanga l’alimentazione a 3000V in continua permettendo così di percorrerle con le locomotive tradizionali monotensione alternata.
3. Disconnessione completa.
È l'opzione che molti prevedono anche per la progressiva saturazione della direttissima. Per attenuare l'impatto si parla del miglioramento della linea storica che comunque soffre in tema di precedenze per la compresenza di materiale rotabile a bassa velocità commerciale il cui superamento da parte dei convogli più veloci è ostacolato dal nuovo modello di rete che viene attuato, la cosiddetta “rete snella”, in cui sono stati eliminati i binari di precedenza nella maggior parte delle stazioni per attuare risparmi sulla manutenzione, permettendo l’accantonamento del treno lento per la precedenza solo in pochissime località: ad esempio, nella tratta Orte – Roma Tiburtina, rimarranno con binari di precedenza solo le stazioni di Poggio Mirteto, Fara Sabina e Monterotondo, ma spesso i binari di ricovero sono occupati da materiali che hanno origine da queste località e quindi inutilizzabili per precedenze.
4. Chiedere e premere per una connessione all'alta velocià.
Obiettivo una coppia di treni per tutto l'anno e non soltanto per la stagione estiva.
5. Introduzione nella tratta Firenze Roma e viceversa di regionali veloci o intercity
Tali treni effettuerebbero le fermate più importanti: Roma Termini, Roma Tiburtina, Orte, Orvieto, Chiusi, Terontola, Arezzo, Firenze Campo Marte, Firenze Santa Maria Novella e al contrario nell’altro senso di marcia, in sostituzione degli attuali regionali veloci che, nonostante il nome, effettuano un elevato numero di fermate in più. Tali nuovi treni dovrebbero essere effettuati con elettrotreni che possano percorrere i tratti di direttissima senza essere d’intralcio alla circolazione degli eurostar e permettano di raggiungere in tempi ragionevoli, dalle aree interne periferiche, i capoluoghi di regione dove è possibile accedere alla completa offerta del trasporto AV. LINEA CHIUSI SIENA. È la connessione che ha determinato storicamente l'importanza della stazione di Chiusi. È a binario unico e non elettrificata. Negli ultimi anni sono state introdotte alcune corse bus in sostituzione di quelle ferroviarie meno utilizzate.
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